Nel bel libro del geologo ischitano Massimo Mattera "Il vulcano Ischia" (Imagaenaria 2011) ci sono molti e importanti spunti per comprendere meglio l’origine e il susseguirsi dei fenomeni eruttivi e sismici dell’isola d’Ischia. A proposito di questi ultimi, Mattera, in linea con gli studi del grande geologo Alfred Rittmann, ne individua la probabile origine nella fase di risorgenza dell’horst del Monte Epomeo, all’incirca 28.000 anni fa. La spinta verticale del tufo verde eruttatto poco meno di 30.000 anni prima (ca.55.000 a. C.), avrebbe creato dei sistemi di faglie e fratture responsabili, congiuntamente al verificarsi di movimenti differenziali delle rocce più superficiali, dei successivi fenomeni sismici locali. Quel che sorprende nella ricostruzione dello studioso ischitano è che la stragrande maggioranza dei terremoti che hanno interessato l’isola d’Ischia a partire dal 1228 hanno per epicentro Casamicciola Terme (pag.118-119).
Più avanti nel libro, lo studioso cita un pioneristico studio di tale professor Palmieri, primo direttore dell’Osservatore Vesuviano, che, a proposito del terremoto del 4 marzo 1881 (due anni prima del tristissimo evento del 28 luglio 1883) ipotizzò che esso fosse stato prodotto da una serie di crolli del sottosuolo ischitano, indebolito dalla abbondante circolazione di acque minerali dall’elevata capacità corrosiva. Ciò spiegherebbe anche la ridotta area di propagazione (area epicentrale) del sisma e di converso la sua maggiore potenza in superficie. Proprio quello che successe il 28 luglio del 1883, quando una scossa del X grado della scala Mercalli, durata soli 13 secondi, inghiottì buona parte di Casamicciola Terme, danneggiando seriamente Lacco Ameno e parte di Forio, ma risparmiando quasi del tutto il vicino comune di Ischia.
Il bilancio tra morti, feriti, immobili crollati o seriamente danneggiati, fu catastrofico: dei 2333 morti totali sull’isola, 1784 nella sola Casamicciola (quasi il 40% dei residenti della ricca cittadina termale), mentre - fatto curioso - delle tante strutture ricettive presenti nel comune, l’unica a salvarsi fu il famoso Hotel Manzi ubicato a Piazza dei Bagni, non l’ospizio del Pio Monte della Misericordia, che fu ricostruito a ridosso della costa, non la pensione Villa Verde, dove soggiornava la famiglia del filosofo Benedetto Croce.
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